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Salute

a cura di Claudia Ferrero
16 aprile 2004
 
Ridisegnare le forme con la liposuzione, a patto che...
ZAP, ovvero Zone di Accumulo Preferenziale. Le donne capiscono al volo il riferimento: cosce, fianchi, pancia, aree predestinate ad accumulare grasso, le ultime a perderlo. Dove la dieta fallisce o poco può, entra in campo la liposuzione, uno degli interventi di chirurgia plastica più diffusi, ma sul quale esiste anche molta confusione. A coniare l’acronimo ZAP è stato il dottor Paolo Santanchè: «La donna, per predisposizione sessuale e famigliare, ingrassando tende ad accentuare la sua forma femminile caratterizzata da fianchi più larghi e spalle più strette. Lo spessore del pannicolo adiposo composto dagli adipociti tenderà ad accentuarsi irreversibilmente nelle “Zap” in quanto queste zone accumulano più grasso e più velocemente quando s’ingrassa, ma lo cedono più lentamente quando si dimagrisce».
 
Come intervenire in modo mirato sulle «ZAP»
A questo punto esistono due modi per limitare i danni: la dieta, ma «il dimagramento porterà sì ad una riduzione di taglia, ma non modificherà la forma, che manterrà in modo ridotto le stesse proporzioni», precisa lo specialista. Oppure la liposuzione, che «interviene in modo mirato sulle “Zap” e su tutte le zone che vogliamo modificare selettivamente e in maniera definitiva», come si legge nel libro scritto recentemente dal dottor Paolo Santanchè e edito da Mariotti «Come difendersi dal chirurgo estetico». Scorrendo il manuale, che passa in rassegna tutti gli interventi estetici elencandone tecniche, risultati ed eventuali complicanze, si scopre tra l’altro che il termine liposuzione si deve proprio al noto chirurgo plastico: «La parola comparve per la prima volta in un’intervista che rilasciai nel 1981 alla rivista Cosmopolitan - scrive Santanchè -. Il neologismo piacque, fu poi ripreso da altri e divenne il nome ufficiale».

Riportiamo un breve estratto del capitolo dedicato alla liposuzione tratto dal libro «Come difendersi dal chirurgo estetico - Guida alla scelta dell’intervento giusto e di chi lo dovrà eseguire». Anche le fotografie sono tratte dal manuale.
 
TECNICA SECCA
«La tecnica di Illouz era rivoluzionaria. Io fui uno dei primi al mondo a crederci e sicuramente il primo in Italia (le mie prime liposuzioni risalgono al 1980), ma era un po' grossolana.
Inizialmente scoprii che il grasso passava anche attraverso cannule di diametro molto interiore.
Nel 1983 disegnai e mi feci costruire i primi ferri specifici per liposuzione (nessuno allora ne fabbricava) con diametro fino a due soli millimetri, con i quali si potevano affrontare modellamenti di maggior precisione anche in zone delicate come il ginocchio e l'interno della coscia. Poi scoprii che il grasso non aveva nessun bisogno di essere infiltrato per poter essere aspirato. Il modellamento del tessuto non infiltrato, e quindi non deformato dall'infiltrazione, era molto più preciso: senza infiltrazione però il sanguinamento era eccessivo. Trovai infine la soluzione: avevo notato che all'inizio dell'intervento il sanguinamento era abbondante, ma dopo un po' la perdita era minima.

Nel 1985 provai quindi a prelevare (con la stessa tecnica che si usa per donare il sangue), prima d'iniziare ad aspirare il grasso, la quantità di sangue che prevedevo sarebbe andata perduta. L'organismo, privato di quel sangue, reagiva con una vasocostrizione periferica che riduceva al minimo un ulteriore sanguinamento. Finito l'intervento, il sangue prelevato all'inizio veniva reintuso. Nacque così la «tecnica secca in emodiluizione» che pubblicai nel 1987. Questa tecnica consente di effettuare liposuzioni della massima precisione, in quanto si modella il tessuto nelle sue condizioni naturali, senza la deformazione data dall'infiltrazione.
Associata ad un predeposito (un'autodonazione del proprio sangue effettuata quindici giorni prima dell'intervento), consente di effettuare liposuzioni di grandissima entità in un unico intervento. Oggi l'emodiluizione è ampiamente diffusa anche in altre chirurgie diversa da quella estetica.
La liposuzione a secco viene effettuata in anestesia totale e richiede una degenza di poco più di 24 ore.
 
DA CHE COSA GUARDARSI
- Dalle liposuzioni in anestesia locale, soprattutto se eseguite senza la presenza dell'anestesista o in ambulatorio. La quantità di anestetico locale che si può somministrare senza rischi è molto ridotta. Gli anestetici locali sono tutti farmaci attivi anche sul cuore. Una quantità eccessiva di anestetico locale è l'anticamera dell'arresto cardiaco.
Quindi, o la liposuzione è estremamente limitata, oppure si corre il rischio che l'anestesia non sia sufficiente, il paziente senta dolore ed il chirurgo aumenti il dosaggio eccedendo la soglia di sicurezza.

- Dalle liposuzioni parziali. Perché la liposuzione modelli in modo stabile la conformazione del pannicolo adiposo, tutte le zone di accumulo preferenziale dovranno essere trattate.
Ad eccezione quindi di quei casi (molto rari) in cui gli accumuli siano effettivamente limitati ad una sede specifica, se non saranno rimodellate tutte le ZAP, quelle residue saranno portate ad accumulare anche il grasso che prima si raccoglieva in quelle operate.
Un intervento parziale sembra più economico, ma in proporzione ad un intervento completo è carissimo, come pagare quarantamila euro per una Panda invece di ottantamila per una Mercedes».

SITO INTERNET
http://www.santanche.com/