SALUS DOMENICA – 24 GENNAIO 2021 5
Per estetica o dopo un intervento
Il seno è il primo dei desideri
La protesi per aumentare
il volume può essere
di diversi materiali,
a forma tonda o a goccia
di Loredana Del Ninno
Più belle sì, ma in sicurezza. Pri-
ma di ricorrere alla chirurgia pla-
stica , per evitare spiacevoli in-
convenienti, è bene porre gran-
de attenzione nella scelta dello
specialista che eseguirà l’inter-
vento. Ne parliamo con Paolo
Santanchè (nella foto a destra),
chirurgo plastico a Milano.
Dottore, da dove cominciare?
«Anzitutto evitare la fretta e rac-
cogliere più informazioni possi-
bili per valutare la competenza
del professionista a cui affidar-
si, partendo dai titoli di studio.
Un chirurgo plastico deve avere
conseguito la laurea in Medici-
na e la specializzazione in chirur-
gia plastica ricostruttiva ed este-
tica, da non confondersi – lo ha
chiarito anche il Ministero – con
i ‘Master in Chirurgia estetica’
che durano un anno e media-
mente consistono in una setti-
mana al mese di lezioni teori-
che. Nulla a che vedere con la
formazione operativa che può
dare solo una Scuola di specia-
lizzazione in Chirurgia plastica
della durata di 5 anni. Successi-
vamente vanno fatte altre consi-
derazioni».
Quali?
«La chirurgia estetica è una
branca della chirurgia plastica
che si rivolge a pazienti sani che
vogliono migliorare il proprio
aspetto, a differenza di quella ri-
costruttiva che interviene inve-
ce su lesioni traumatiche o pato-
logiche e può essere eseguita
negli ospedali. Gli specialisti
che hanno una maggiore espe-
rienza in campo estetico e offro-
no quindi maggiori garanzie
esercitano la loro attività in pri-
vato».
Come verificare il possesso
dei titoli di studio?
«È sufficiente digitare il nome e
cognome del professionista
nell’apposita sezione del sito
della Federazione nazionale de-
gli Ordini dei medici
(www.fnomceo.it), dove risulta-
no data di laurea e le specializza-
zioni conseguite, della Società
Italiana di Chirurgia Plastica, Ri-
costruttiva ed Estetica (www.si-
cpre.org) e dell’Associazione ita-
liana di chirurgia plastica
(www.aicpe.org). La mancata
iscrizione alle ultime due asso-
ciazioni di categoria deve indur-
re a fare ulteriori verifiche. Mi
preme tuttavia sottolineare che
si tratta di criteri indicativi e non
tassativi».
Cosa fare dopo aver individua-
to il professionista?
«A questo punto si entra nella fa-
se dei colloqui pre - intervento,
che devono essere almeno due.
Lo specialista è tenuto a chiari-
re in modo esaustivo i risultati
che si possono ottenere e se
l’operazione può dare conse-
guenze. Il consenso informato
indispensabile per legge – deve
essere firmato qualche giorno
prima di entrare in sala operato-
ria proprio per dare al paziente
tutto il tempo di metabolizzare
le informazioni ricevute. Diffida-
re di chi presenta il modulo
all’ultimo minuto».
Esistono indicazioni sulla scel-
ta della sede dell’operazione?
«Tutti gli interventi di chirurgia
plastica estetica, anche quelli
percepiti come meno comples-
si, vanno eseguiti in sala opera-
toria alla presenza di un aneste-
sista pure quando prevedono
l’anestesia locale che in rari ca-
si può scatenare una crisi va-
gale con conseguente arresto
cardiaco. La presenza dell’ane-
stesista mette al riparo da even-
tuali complicazioni. È imprescin-
dibile scegliere strutture in day
surgey o case di cura. Bisogna
insospettirsi di fronte a un pro-
fessionista che propone di ope-
rare in ambulatori chirurgici
prassi vietata per legge da mol-
te Regioni – in quanto non dota-
ti dei requisiti indispensabili per
garantire un’ambiente sterile e
sicuro».
Qual è la dote psicologica più
importante di un buon chirur-
go plastico?
«Un bravo professionista deve
saper entrare nella mente del
paziente e capire il suo proble-
ma, individuando la soluzione
ideale per renderlo soddisfatto.
Deve inoltre saper dire no a ri-
chieste che reputa esteticamen-
te inopportune o rischiose per
la salute di chi ha di fronte, an-
che a costo di perdere la possi-
bilità di eseguire l’intervento».
C’è un età al di sotto della qua-
le gli interventi sono sconsi-
gliati?
«No, anche se la legge vieta di
eseguire interventi al seno sulle
minorenni. Non piacersi crea
problemi a tutte le età, ma quan-
do si è giovani i complessi sono
talvolta devastanti e i vantaggi
psicologici dopo aver fatto pa-
ce con la propria immagine so-
no innegabili».
Si possono richiedere informa-
zioni sugli eventuali dispositi-
vi usati per l’intervento?
«La scelta dei materiali come
ad esempio protesi o filler
compete al chirurgo, tenuto pe-
rò a rilasciare i talloncini relativi
al prodotto, che dovranno esse-
re conservati dal paziente. Diffi-
dare del medico che impianta
filler e non consegna l’apposito
sticker a garanzia della regolari-
tà dell’impianto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Scegliere il chirurgo giusto è fondamentale»
Paolo Santanchè: «Non avere fretta, controllare titoli e curriculum, diffidare degli interventi in ambulatorio e chiedere le certificazioni»
di Gloria Ciabattoni
La pandemia pare non aver fre-
nato il desiderio degli italiani,
uomini e donne, di avere un
bell’aspetto a dispetto di que-
sto momento difficile. Ogni an-
no si eseguono in Italia oltre un
milione di interventi di chirurgia
estetica. per le donne quelli al
seno sono in primo piano, basti
pensare che sono state ben
54.000 le operazioni di masto-
plastica additiva eseguite nel
2019, che sono aumentate del
10 per cento nel 2020. Fra le ri-
chieste principali, c’è quella di
passare da una taglia prima o se-
conda a una terza o addirittura
a una quarta. Oltre all’aumento
del seno, sono richieste anche
la riduzione e il rialzamento.
Per aumentare il seno si ricorre
all’impianto di una protesi, e sa-
il chirurgo ad illustrare alla pa-
ziente le vare possibilità, sia sul
tipo di intervento che sulla pro-
tesi stessa. Va infatti considera-
to che la qualità di quest’ultima
incide non poco sui costi, e co-
munque va monitorata nel tem-
po perché dopo otto-dieci anni
può occorrere una sostituzione.
Dialogare a lungo con il chirur-
go prescelto servirà a capire se
vi potranno essere complicanze
o reazioni di rigetto, perché per
quanto siano di routine, questi
sono pur sempre interventi chi-
rurgici. Nella scelta dell’opera-
zione e del materiale (sono mol-
to usate le protesi di silicone
che permettono di allattare e di
effettuare eventuali screening))
giocano parecchi fattori, dalla
conformazione fisica della pa-
ziente al risultato che si aspetta
in termini di aumento, alla for-
ma che avrà il seno. La protesi
può essere tonda, per un bel se-
no pieno, oppure a goccia per
un effetto più naturale, e natural-
mente c’è da scegliere la taglia.
Le cicatrici ci saranno, ma mi-
metizzate nell’areola o nella pie-
ga della mammella, a seconda
dell’intervento prescelto.
Da qualche anno a questa parte
in Italia viene praticata anche la
«Mastoplastica additiva smart»,
una tecnica brevettata nel 2013
che dura circa mezz’ora, preve-
de l’anestesia locale e una bre-
ve convalescenza. È indicata
per coloro che vogliono un au-
mento del volume del seno, se
non occorre sollevarlo verso l’al-
to. La fase post-operatoria dura
un mese e prima di praticare
un’attività sportiva ne devono
passare due. Un altro intervento
che viene sempre più richiesto
è il «lifting del seno» o masto-
pessi, che consiste nel rialzare
appunto un seno non più tonico
dopo una gravidanza, un dima-
grimento o per invecchiamen-
to. ecc. I risultati migliori si ot-
tengono con un seno piccolo e
cadente, e se occorre si può in-
serire anche una protesi mam-
maria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Medicina
IL PERCORSO DI STUDI
«6 anni per la laurea
in Medicina, e altri 5
per la specialistica
in chirurgia plastica,
ricostruttiva
ed estetica»
L’OPZIONE ’LIFTING’
La mastopessi
solleva la ghiandola
mammaria che dopo
diete o gravidanze
ha perso tonicità
SALUS DOMENICA – 24 GENNAIO 2021 5
Per estetica o dopo un intervento
Il seno è il primo dei desideri
La protesi per aumentare
il volume può essere
di diversi materiali,
a forma tonda o a goccia
di Loredana Del Ninno
Più belle sì, ma in sicurezza. Pri-
ma di ricorrere alla chirurgia pla-
stica , per evitare spiacevoli in-
convenienti, è bene porre gran-
de attenzione nella scelta dello
specialista che eseguirà l’inter-
vento. Ne parliamo con Paolo
Santanchè (nella foto a destra),
chirurgo plastico a Milano.
Dottore, da dove cominciare?
«Anzitutto evitare la fretta e rac-
cogliere più informazioni possi-
bili per valutare la competenza
del professionista a cui affidar-
si, partendo dai titoli di studio.
Un chirurgo plastico deve avere
conseguito la laurea in Medici-
na e la specializzazione in chirur-
gia plastica ricostruttiva ed este-
tica, da non confondersi – lo ha
chiarito anche il Ministero – con
i ‘Master in Chirurgia estetica’
che durano un anno e media-
mente consistono in una setti-
mana al mese di lezioni teori-
che. Nulla a che vedere con la
formazione operativa che può
dare solo una Scuola di specia-
lizzazione in Chirurgia plastica
della durata di 5 anni. Successi-
vamente vanno fatte altre consi-
derazioni».
Quali?
«La chirurgia estetica è una
branca della chirurgia plastica
che si rivolge a pazienti sani che
vogliono migliorare il proprio
aspetto, a differenza di quella ri-
costruttiva che interviene inve-
ce su lesioni traumatiche o pato-
logiche e può essere eseguita
negli ospedali. Gli specialisti
che hanno una maggiore espe-
rienza in campo estetico e offro-
no quindi maggiori garanzie
esercitano la loro attività in pri-
vato».
Come verificare il possesso
dei titoli di studio?
«È sufficiente digitare il nome e
cognome del professionista
nell’apposita sezione del sito
della Federazione nazionale de-
gli Ordini dei medici
(www.fnomceo.it), dove risulta-
no data di laurea e le specializza-
zioni conseguite, della Società
Italiana di Chirurgia Plastica, Ri-
costruttiva ed Estetica (www.si-
cpre.org) e dell’Associazione ita-
liana di chirurgia plastica
(www.aicpe.org). La mancata
iscrizione alle ultime due asso-
ciazioni di categoria deve indur-
re a fare ulteriori verifiche. Mi
preme tuttavia sottolineare che
si tratta di criteri indicativi e non
tassativi».
Cosa fare dopo aver individua-
to il professionista?
«A questo punto si entra nella fa-
se dei colloqui pre - intervento,
che devono essere almeno due.
Lo specialista è tenuto a chiari-
re in modo esaustivo i risultati
che si possono ottenere e se
l’operazione può dare conse-
guenze. Il consenso informato
indispensabile per legge – deve
essere firmato qualche giorno
prima di entrare in sala operato-
ria proprio per dare al paziente
tutto il tempo di metabolizzare
le informazioni ricevute. Diffida-
re di chi presenta il modulo
all’ultimo minuto».
Esistono indicazioni sulla scel-
ta della sede dell’operazione?
«Tutti gli interventi di chirurgia
plastica estetica, anche quelli
percepiti come meno comples-
si, vanno eseguiti in sala opera-
toria alla presenza di un aneste-
sista pure quando prevedono
l’anestesia locale che in rari ca-
si può scatenare una crisi va-
gale con conseguente arresto
cardiaco. La presenza dell’ane-
stesista mette al riparo da even-
tuali complicazioni. È imprescin-
dibile scegliere strutture in day
surgey o case di cura. Bisogna
insospettirsi di fronte a un pro-
fessionista che propone di ope-
rare in ambulatori chirurgici
prassi vietata per legge da mol-
te Regioni – in quanto non dota-
ti dei requisiti indispensabili per
garantire un’ambiente sterile e
sicuro».
Qual è la dote psicologica più
importante di un buon chirur-
go plastico?
«Un bravo professionista deve
saper entrare nella mente del
paziente e capire il suo proble-
ma, individuando la soluzione
ideale per renderlo soddisfatto.
Deve inoltre saper dire no a ri-
chieste che reputa esteticamen-
te inopportune o rischiose per
la salute di chi ha di fronte, an-
che a costo di perdere la possi-
bilità di eseguire l’intervento».
C’è un età al di sotto della qua-
le gli interventi sono sconsi-
gliati?
«No, anche se la legge vieta di
eseguire interventi al seno sulle
minorenni. Non piacersi crea
problemi a tutte le età, ma quan-
do si è giovani i complessi sono
talvolta devastanti e i vantaggi
psicologici dopo aver fatto pa-
ce con la propria immagine so-
no innegabili».
Si possono richiedere informa-
zioni sugli eventuali dispositi-
vi usati per l’intervento?
«La scelta dei materiali come
ad esempio protesi o filler
compete al chirurgo, tenuto pe-
rò a rilasciare i talloncini relativi
al prodotto, che dovranno esse-
re conservati dal paziente. Diffi-
dare del medico che impianta
filler e non consegna l’apposito
sticker a garanzia della regolari-
tà dell’impianto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Scegliere il chirurgo giusto è fondamentale»
Paolo Santanchè: «Non avere fretta, controllare titoli e curriculum, diffidare degli interventi in ambulatorio e chiedere le certificazioni»
di Gloria Ciabattoni
La pandemia pare non aver fre-
nato il desiderio degli italiani,
uomini e donne, di avere un
bell’aspetto a dispetto di que-
sto momento difficile. Ogni an-
no si eseguono in Italia oltre un
milione di interventi di chirurgia
estetica. per le donne quelli al
seno sono in primo piano, basti
pensare che sono state ben
54.000 le operazioni di masto-
plastica additiva eseguite nel
2019, che sono aumentate del
10 per cento nel 2020. Fra le ri-
chieste principali, c’è quella di
passare da una taglia prima o se-
conda a una terza o addirittura
a una quarta. Oltre all’aumento
del seno, sono richieste anche
la riduzione e il rialzamento.
Per aumentare il seno si ricorre
all’impianto di una protesi, e sa-
il chirurgo ad illustrare alla pa-
ziente le vare possibilità, sia sul
tipo di intervento che sulla pro-
tesi stessa. Va infatti considera-
to che la qualità di quest’ultima
incide non poco sui costi, e co-
munque va monitorata nel tem-
po perché dopo otto-dieci anni
può occorrere una sostituzione.
Dialogare a lungo con il chirur-
go prescelto servirà a capire se
vi potranno essere complicanze
o reazioni di rigetto, perché per
quanto siano di routine, questi
sono pur sempre interventi chi-
rurgici. Nella scelta dell’opera-
zione e del materiale (sono mol-
to usate le protesi di silicone
che permettono di allattare e di
effettuare eventuali screening))
giocano parecchi fattori, dalla
conformazione fisica della pa-
ziente al risultato che si aspetta
in termini di aumento, alla for-
ma che avrà il seno. La protesi
può essere tonda, per un bel se-
no pieno, oppure a goccia per
un effetto più naturale, e natural-
mente c’è da scegliere la taglia.
Le cicatrici ci saranno, ma mi-
metizzate nell’areola o nella pie-
ga della mammella, a seconda
dell’intervento prescelto.
Da qualche anno a questa parte
in Italia viene praticata anche la
«Mastoplastica additiva smart»,
una tecnica brevettata nel 2013
che dura circa mezz’ora, preve-
de l’anestesia locale e una bre-
ve convalescenza. È indicata
per coloro che vogliono un au-
mento del volume del seno, se
non occorre sollevarlo verso l’al-
to. La fase post-operatoria dura
un mese e prima di praticare
un’attività sportiva ne devono
passare due. Un altro intervento
che viene sempre più richiesto
è il «lifting del seno» o masto-
pessi, che consiste nel rialzare
appunto un seno non più tonico
dopo una gravidanza, un dima-
grimento o per invecchiamen-
to. ecc. I risultati migliori si ot-
tengono con un seno piccolo e
cadente, e se occorre si può in-
serire anche una protesi mam-
maria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Medicina
IL PERCORSO DI STUDI
«6 anni per la laurea
in Medicina, e altri 5
per la specialistica
in chirurgia plastica,
ricostruttiva
ed estetica»
L’OPZIONE ’LIFTING’
La mastopessi
solleva la ghiandola
mammaria che dopo
diete o gravidanze
ha perso tonicità